martedì 30 novembre 2010

Sì, necessità

Ho bisogno di perdermi. Di sapermi orientare solo tra occhi e occhi, bocca e bocca, braccia e braccia.
Contatto, con-tatto. 

venerdì 26 novembre 2010

A-simmetrie emozionali

Dietro la porta. Dentro, vene, che dentro non è mai abbastanza. E invece, la signora  Asimmetria.
Cerchi lo yogurt alla fragola, è rimasto solamente quello pesca-banana.
Pensavi fosse una buona idea calmare i maremoti sul tuo cuoio capelluto, e fuori inizia a piovere.
Senti un odore, che ti si era infilato dentro ere geologiche fa, che credevi fosse scivolato nel cassetto degli archiviati-dimenticati-ingialliti da polvere e umido, e che invece ti graffia dentro, così. Vertigine.
Autoconservazione, la inizi a percepire e cercare.
E .
E poi lì, sempre lì, lo scontrino. E paghi tu

giovedì 25 novembre 2010

O2 CO2. molecole disperse.

Le branchie. Perchè ne siamo sprovvisti? Penso che rimedierò aprendomi due squarci dietro le orecchie, sul collo. A vedere se lo scambio aria ossigenata- anidride carbonica diventa più similare a un'idea di respirazione che a quella di aiuto-sto-boccheggiando-sono-una-sogliola-arenata. 


martedì 23 novembre 2010

Il pendolo, che dondolo

Tutto è riconducibile a Lui. Siamo governati, inermi e pigre marionette senza fili, da Lui.
Non lui (l minuscolo, differenza sostanziale), il piccolo Puffo Truffo.
Lui (se la merita, Lui, la L imperiosa). Si conduce e riduce tutto a una questione di minuti. Fa.
“Merda! Se avessi spento in tempo il forno,  ora si sarebbe potuta scorgere l’idea di forma primordiale del pollo, invece che sto cinereo ammasso…” (disse la hocompratotuttiilibridellaclerici,vorràpuredirequalcosa?!)
“Se mi fermavo in tempo, ora lei non sarebbe di là a fare il ClearBlue…” (disse il nonhoancoralapatentematifacciofareungirochenonscordi,bambola).
Insomma.  Tirannico Ticchettio Continuo, .
Tempo e se, così spesso nella stessa principale. E nella subordinata, strascica sempre i piedi un rimpianto.
Che amarezza, l’inscindibilità della molecola-momento. Sarebbe (inverosimilmente) bello poterla tagliare in tante fettine, come la crostata di amarene ancora languida e bollente perché appena uscita dai 160° del De Longhi, e mangiarne una per volta, lentamente, sentendo sulla lingua il confondersi di quel solletico agrodolce.
E invece no. Eccolo lì. Tempo che arriva e che va, Tempo che ti lascia così, con lo stomaco ora ancora borbottante, ora talmente colmo da farti sentire (pesantemente) appagato.
Maalox, per pettinarci.
Nella fantasia, orologi? Spenti, per ricordarci di scordarci del Tempo.
Che tanto, è peggio della televendita superoffertaincredibilesoloperoggiaffrettatevi Eminflex: non ha data di scadenza. E quella di inizio, ormai nessuno la ricorda più.

lunedì 22 novembre 2010

Ricordo troppo giovane per Casa memoria

Questa mattina, bloccata nel sordo brusio di scatole di latta a motore, guardavo fuori. 
Finestrini sporchi, più in là di voi. 
Più in là, oltre pneumatici rigati e stanchi, oltre sbadigli annoiati e sterili, oltre il lunedì mattina. 
Più in là. 
E cercavo nel plumbeo risveglio della nebbia modenese un qualcosa a cui appigliarmi. Qualsiasi cosa che mi facesse piegare gli angoli all'insù per il semplice fatto di esserci, di essere lì. 
bbbzzz---zzzzz-----bzzzzz---- . Le connessioni saranno ripristinate al più presto. bbzz---zzzz----- .
E allora ho chiuso gli occhi. Metaforicamente si intenda, che di violare il posteriore di una florida Agila verde ramarro, non me la sentivo. Che poi rischiavo la detenzione per atti osceni in luogo pubblico. 
Occhi chiusi, palpebre spalancate. 
Eccola, eccola lì. La mia dimensione. 
Ti tocco. Ti assaporo tra le labbra, con la dolce consapevolezza che solo l'abitudine di un gusto familiare sa dare. Mi sali nelle narici facendomi pizzicare gli occhi. Tu, mia dimensione. Comoda e calda come quegli abbracci che ti fanno sentire più che avvolto, ti fanno sentire dentro.
Microsfere emozionali.

giovedì 18 novembre 2010

Il groppo. (che non è il maschio della groppa)

Qui. Come fossi nella sala d'attesa della Malagoli, seduta su quelle alte sedie in noce scura, col cuscino blu in tinta con la sfumatura celeste del muro.
Lì che mi guardo intorno, vestita di un pigro sorriso che tenta di innescare quei vacui moti socio-interazionali. Così sterili a volte, così necessari altre.
Mi sento stupidamente osservata, sarà perchè ho i lacci penzoloni e la maglietta stirata di traverso.
O i capelli, ecco, loro proprio loro sì, avrei dovuto raccoglierli, hanno quel plomb cadente tipico del 2°giorno.Occhi a rana.
Insomma, fuori sede. I cordoni, i capelli, gli occhi, moi.
Sensazione claustro che avvolge le 4 pareti, due rosse e due di legno. Tutt'intorno, e l'aria si fa pesante.
E stride la parola con qualsiasi aggettivo. Incolore, inodore, insapore. Il tutto che sa di niente.
E' ora di dormire.

mercoledì 17 novembre 2010

Odi et amo (et so come faccio)

E’ lì. Che mi osserva.
Mi fissa, pretenzioso e spavaldo, col suo aspetto languido e voluttuosamente tentatore.
Una sfida a singolar tenzone.
Un pigmeo morso, orsù, soltanto uno. NO! NO!
Fatal errore!
Vinta, conquistata, soggiogata dall’irresistibile LUI.
Ahimè.
I believe in god in these moments.

martedì 16 novembre 2010

At-tesa

Oggi pomeriggio vertice tra Napolitano e Presidenti di Camera e Senato. 
Nella speranza che si trasformi nella concreta fine dell'esecutivo, teniamo dita, braccia, mani, capelli, lingue, peli, gambe incrociati. Queste ultime io, di sicuro. Impellente bisogno di urinare. Tzè, altro che Rocchetta, tu sì Silvio che mi stimoli la diuresi. 

lunedì 15 novembre 2010

Denti, creme e chill. Out

Mentre mi perdo in voli pindarici senza giubbotto di salvataggio agganciato alla groppa, provo a fare qualcosa di lontanamente, vagamente, dubbiosamente utile.
-cospargermi il muso di creme dai nomi e promesse sfavillanti.
Essendo anni che ne faccio uso, sillogisticamente dovrei essere una gnocca pura-paura. E invece.
-ricoprire le mie estremità inferiori di un quantitativo tale di Kaloderma che 1/10 basterebbe, con l'utopica sensazione di svegliarmi e avere due budini pesco-levigati al posto dei piedi. E invece.
-riportare a breve la ricetta del SEMIFREDDO ALLO YOGURT. Ecco, forse questa una parvenza di utilità la può avere... Se non altro, ho fatto fare esercizio alla famiglia polliceindicemedioanularemignolo.

Gnam gnam, a noi:
-1kg di yogurt bianco naturale
-1/2 L di panna fresca
-5 fogli di colla di pesce (più carinamente nota come "gelatina in fogli")
-2 Hg di zucchero

Far ammollare i fogli di colla di pesce in una tazza riempita d'acqua fredda; nel frattempo, scaldare a fuoco moderato la panna, aggiungere lo zucchero (continuando sempre a mescolare), e spegnere appena prima dell'ebbolizione; aggiungervi i fogli di colla di pesce (ben strizzati dall'acqua), continuando sempre a mescolare; far raffreddare ed aggiungere poi lo yogurt, mescolando bene; porre in frigo per 24 h. Servire con (opinabile, un pò come l'intera ricetta però!) frutti di bosco caldi

venerdì 12 novembre 2010

Gr-gr-grattugia

Oh ma che piacere. 
Passare la notte tossendo come un SuperLandini in partenza. 
Far colazione decidendo che il caffellatte nella tazza ci sta un pò stretto e che regalarne una generosa porzione ai pantaloni del tuo pigiama è un'opera caritatis
Scoprire che il fondotinta è agli sgoccioli e che il tempo per andare a comprarne uno nuovo si può trovare solo aprendo una passaggio spazio-temporale nella galassia XH!g@. 
Un tappo di Benylin, e via che si va. 
Cough cough cough, onomatopea così Pippica*.


*Da Pippo, noto amico macrobiologicamente misterioso, del più palese Topolino. 

giovedì 11 novembre 2010

All'accoppiamento. Posteriore

Dunque. E' mattina. Pigramente soleggiata, tra l'altro.
A movie script ending tenta speranzoso di impennare la colonnina del positimetro, una mosca rompipalle molesta la visuale ancora impastata, si procede sulla tangenziale al ritmo di maturazione di un germoglio di tubero. Umore un pò così insomma.
E all'improvviso, zac! Eccola lì! La sfrontata pornografia on the road! Proprio così, in bella vista sul cavalcavia dell'uscita (8?).
No ma dico, siamo matti? Rischio sanzione per atti osceni in luogo pubblico: una sensuale e corvina Audi A3 non ce l'aveva fatta a reprimere l'istinto animale e si era lanciata, con selvaggia concupiscenza, su una giovane, sfuggente, ramata Punto
Erano lì, sul ciglio della strada, dopo il fallimentare tentativo di accoppiamento. 
Alla mercé della voyeristica curiosità dei viaggiatori transitanti. Che suppongo abbiano concordato con me su quanto inaccettabile e demoralizzante fosse la condotta. Dei conducenti, però. 
Sì perché le due amanti sfrontate non erano neppure al 1° (temuto) step del "Slaccia i bottoni cara..": nessun segno, nessuna traccia di animala passione. 
E invece loro, i rispettivi conducenti, erano lì che si agitavano come due anguille rostrate.
E (sempre grazie alla placida andatura a marcia -1), hanno regalato ai motorizzati passanti un civile spettacolo comunicativo: 'na sberla dde qua, un pugno dde là, 'na tirata di capelli e 'na spinta che cce stanno bbene... . 
Così. E si parla delle 8:40 am.
S-vergognati.
 

mercoledì 10 novembre 2010

Questione irrisolta

Irritata. Amareggiata. Aura grigio antracite tutt'intorno insomma. E non mi gusta.
Il fatto è che sono basita,così,dalla gente. Sì proprio la gente,quella che dovrebbe essere il
più grande e gratuito spettacolo del mondo e bla bla. Ma grazie inculo (francesismo),se dovessi versar anche solo un euro,anche solo un uovo di quaglia (ah,bei tempi quelli del baratto),per ritrovarmi poi tra le mani una cornucopia piena dei peggiori ibridi homo-animali,mi incazzerei pure. Camomilla,in infusione.
E mi interrogo,sull'inesplicabile bassezza cerebro-emotiva di replicanti "umani".
Che amarezza gente.
3 cucchiaini di zucchero,che il grigio è così rattico*

* da ratto,sorcio,pantegana. Connotazione negativa,spec.

Cuore d’(i)taglia (xxs)


BOURLESQUEONI. Quanto avrei voluto essere il tratto di china blu (sì, nella mia fantasia si scrive ancora con le gloriose Bic) uscito dalla penna di uno di quegli ignoti che scrivono per quel giornalucolo che è l’ Economist. 
Avrei voluto essere QUEL momento, quel bunga bunga di vocali e consonanti che perfettamente andavano  a vestire il nostro (opinabile. A me nun me piasce esse’e rappresentata dar porco-puffo-piduista) Presidente.
Trasmutazioni genetiche, incomplete in certi casi, impossibili in altri. 
(Botte piccola vino buono? Polly Pocket& Tavernello, in questo caso).
Ma in fondo, a noi ItaGliani ci va bene così.

martedì 9 novembre 2010

Buonanotte, cervello.

Intolleranze o allergie manifeste.
La soluzione è evitare di bere, mangiare, respirare ciò che il nostro organismo non tollera.
E per tutte quelle che il prick non evidenzia?
Ghiaccio del Polo, sabbia del Sahara.
Silenzio. Asetticità. Solitudine.
Ma l'uomo è un animale sociale, le interazioni non possono prescindere dal suo essere, l'autopoiesi pretende quello.
Plauso a un eremita allora.
Forse così geniale, forse così sconsiderato, forse così in pace.
Ha trovato e vive di ciò da cui generalmente si fugge.
Non c'è nemmeno l'eco.
Solo.Eppure così indicibilmente sereno.
The other side?
Caos. Così confortante.
Isolarsi per sentirsi, confondersi per non farlo.
Scelte volontarie, possibilità infinite.
Credo sia questo l'equilibrio. Precario o meno, ma equilibrio.

Elucubrazioni sotto 40watt

Sono solo 5 i sensi, così insegnano a scuola.
E sentire una sensazione è la quintessenza nascosta, oppure è tautologico?
Io sento.
E troppo spesso il mio emisfero cerebrale non controlla ciò che la mia lingua, le mie mani, i miei occhi si lasciano sfuggire.
Tradita da me. E io che mi fidavo.
Sono la stessa persona che chiude gli occhi rifiutandosi di vedere, ma con labbra socchiuse. Perchè la vita passa da lì.
Scelgo di scegliere, scelgo di non sapere più di quanto quei 5 alleati mi trasmettono. Sinapsi. Cortocircuito emozionale.
Nella borsa, sempre una bustina di zucchero e un libro: certe evasioni sono legali.

Un cucchiaino da caffè di me

Cerco di riempire il bicchiere fino all'orlo, è più vicino al mezzo pieno così. Semplicemente amo ridere. Ho smesso di vedere per imparare a guardare, il capitolo "prospettive" è il più articolato, forse.
Vorrei convolare a nozze con la pizza, i tortellini, il cioccolato e una miriade di altri piaceri commestibili che solleticano le mie papille e fanno l'amore (oui) con il mio stomaco. E i miei sensi. Sarebbe proprio una di quelle storie da "..e vissero per sempre felici e contenti". Bè, lo è già in verità.
Le parole, le parole, le parole. Non me ne stanco mai. L'emittente è variabile. La ricevente, interattiva.
Cerco i colori, lo scoppio totale e accecante, ed è il giallo che sorride. Giallo. Brillante eh, non epatitico.
I fotogrammi di una vita da creare, incapace ma volenterosa e appassionata, amante da istruire insomma.
Vivo a vene aperte. Ossigeno, pioggia, sole, aria, risate, tutto dentro. Che peccato solo sopravvivere.