venerdì 30 dicembre 2011

Bye bye baby

Solitamente, all'arrivo della fine si fanno bilanci, valutazioni, paragoni, liste di buoni propositi. 
Io mi svuoto le tasche.
carte di caramelle e monetine e pelucchi bianchi e frammenti e
Grazie.
Sintesi perfetta, equilibrio avvolgente, armonia in continuo divenire
Grazie a chi ha colorato con sfumature accese, 
grazie a chi ha cancellato disegni abbozzati,
grazie a chi ha sostituito tavolozze e pennelli scheggiati
grazie a chi mi ha insegnato tratti nuovi.
Grazie.
Grazie soprattutto a ciò che
ancora non so perchè o come ringrazierò.

Che bbella coosa, 'na jurnaat'sooole

Ogni tanto le cose vanno per il verso giusto.
Ti alzi la mattina e nel vasetto di marmellata ci sono giusto giusto quei 3 cucchiaini necessari a coprire la tua nuda fetta di pane.
Leggi un messaggio che proprio ti tira gli angoli all'insù, ancora impiastricciati di albicocche e caffè.
Apprendi che un programma di parassiti sociali, psicologicamente labili ed evidentemente disturbati, è stato soppresso anzitempo. 
In tangenziale non ci sono inabili che bloccano il traffico imprecando perchè un coleottero ha sfiorato il parabrezza.
Le 8 ore, anzi facciamo pure 9, lavorative che ti aspettano, sono state epurate di un buon 50%. Ciò significa che a pranzo sguscerai via come un'anguilla.
Ohssì. This is good.

domenica 25 dicembre 2011

Volo ut sis

Metti l'antivigilia di Natale
Metti Modena
Metti due matti-colorati-bipolare uno, entusiasta l'altra-
Metti l'irrazionalità, l'istinto e il bene
Metti la Feltrinelli e le tazze ispirazionali
Metti una proposta a bruciapelo
Metti un iPhone con il gps.
Bene.
Volo ut sis
Sul fianco destro, in alto
Con un inchiostro un pò indelebile
Che la memoria non servirà nemmeno più.

Oh oh oh!

Che a me Natale piace.
Divento di glassa e briciole di cioccolato, con una spruzzata di zenzero e cannella. Mi nascono inusuali slanci affettivi verso mia madre, pure. Che, manco a dirlo, si placano al primo
bla bla a senso unico-e ritorno
.
Ma ad ogni modo.
Mi piace il calore ancora più caloroso. Termostato impazzito. 
Mi piace sorprendermi.
Mi piacciono i tortellini, oh se mi piacciono quelli. Che ogni anno ci provo a battere il record.
Mi piace il sorriso delle mie mates, mentre io gongolante e rimbalzina consegno pensieri biscottati.
Mi piace che tutti aspettano la neve e quella, puntuale, se ne frega.
Mi piacciono i bambini con le scarpine nuove e lucide, e le guance porpora.
Mi piace apparecchiare la tavola per cinque, sei, sette, ehi ma quanti siamo?
Mi piace mia nonna, mi piace sentirla comunque qui, dopo un anno e 12 giorni di assenza.
Mi piace sforchettare una dose extra di pappa a quella palla di pelo rotolante.
Mi piacciono le campane a festa. Per i primi 30 secondi, dopo iniziano ad essere un pochetto moleste.
Mi piacciono i fuori programma. 
Mi piacciono le certezze programmate.
Happy Xmas, fellas.

martedì 20 dicembre 2011

Il tramonto del "poi"

Che si sa, gli inizi sono la parte più difficile, più tediosa, più "mmm sì dai, domani".
Ma prima o poi devi decidere, che mica si può essere sempre la Svizzera.
Prima o poi un qualche colore devi tirarlo fuori dalla scatola di cartone con quegli angoli consunti.
Prima o poi valuti se mettere in valigia costumi e pantaloni in lino o pigiami di flanella e maglioni di lana.
E la reticenza al cambiamento, viene messa all'angolo. 
Ok.
Pippe pindariche stop.
Stasera inizio ad andare in palestra. 
E la cosa mi sta generando un disequilibrio e una dissociazione di pensieri non indifferenti.
Abbandonare la mia pigrizia comoda e performante
per sgambettare su un tapis roulant
per sollevare manubri con connesso "uuaah" di sforzo-godurioso
per dimenarmi scoordinata su un diabolico attrezzo simulatore sciistico. E io odio sciare.
Ma chi me lo fa fare?

venerdì 16 dicembre 2011

Una bambina la sera della Vigilia di Natale

Attesa finita. 
È arrivata
e mi tremolano le mani 
e c'ho voglia di andare fuori e scattare foto
a un ramo
a un cerchione d'auto
a uno sconosciuto che attende il bus
a un cancello scrostato
a un chewingum spiaccicato sul marciapiede
al nulla grigio lì in alto
al benzinaio sorridente
alla coda di un cane
al guscio di un uovo
al pattume rovesciato per la strada.
a tutto.
davvero a tutto.

Casa pancetta

Certi odori, certi colori, certi suoni, vanno a legarsi stretti alle sinapsi 
le strizzano le prillano le impastano e pumm! 
filo diretto con cuore e memorie latenti.
Ecco.
Stamattina, mentre l'acqua gorgogliava nella kettle, 
ho preparato il mio pranzo.
insalata, qualche gheriglio di noce et voilà, il pezzo forte, bacon.
Lo taglio a listerelle 

accendo il fornello 
lo metto a soffriggere. 
E quello sfrigolamento di coriandoli rosa acceso
è uno scenario vivido.
Casa.
saturday or sunday morning
Derek arriva spantofolando in cucina
e si prepara la sua breakfast-goodbye my liver
Pancetta croccante e profumata
un letto di Heinz beans fumanti
uno o anche due ma facciamo tre scrambled eggs

toasted bread con una spolverata di burro
mug con black coffee bollente.
Casa.

 

martedì 13 dicembre 2011

365 giorni senza Te.

E manchi. Manchi davvero
Strizzo gli occhi e ti immagino seduta in una poltrona morbida
schienale alto
Parole crociate tra le mani, schema libero
L'ultimo di Foster Wallace appoggiato nell'angolo tra la tua gamba destra e il bracciolo
con un'orecchia per il segno. 
Il tuo risino bolle sul fornello, mettici dell'acqua che si sta asciugando
La tele accesa a volume molesto, e tu che nemmeno la consideri
Io che entro e il tuo Oh cichiiiin, che riempie la stanza.
E mi avvolge
Ciao Nonna. Vorrei tu fossi ancora qui

lunedì 12 dicembre 2011

Tra un pò di tempo


... imparerò la differenza
tra perdere e incatenarmi.

Imparerò ad accettare i fallimenti e le delusioni
a testa alta,
con la pazienza di un adulto e la leggerezza di un bambino.

Imparerò quali ciottoli usare per il mio sentiero.

Imparerò a perdonarmi.
Imparerò a raccogliere i frammenti sparsi
e i fili spezzati
e i bottoni staccati
prima che a cadere sia tutto il resto.

Imparerò che il tempo non torna, e le occasioni perse nemmeno.
Imparerò ad arredarmi e ad abbellirmi oggi,
senza aspettare che arrivi qualcun altro a colorare il mio tempo. 

Imparerò che non tutto si può cambiare ma che il provarci è dovere.
Imparerò a far più spazio per il nuovo. 

Imparerò ad aspettare senza aspettarmi nulla. 

Imparerò a bastare prima di tutto a me.

domenica 4 dicembre 2011

In una stanza, sai riconoscere il Nord?

Tentativi inutili
Vuoti a perdere
Quando hai smesso di essere quella che visceralmente dovresti essere? 
Eppure dovrebbe essere così atavico e istintivo.
Hai mai iniziato? 
Non mi conosci. Carta da parati scrostata e inutile. 
Sai che ascolto Bruce? E che penso che Simenon sia un genio? Sai che scrivo e che mentre lo faccio respiro più lentamente? E che mi piace l'odore dei forni e dell'erba tagliata e della cannella?
Non sai chi sono.
E io non ricordo nemmeno la tua voce, se chiudo gli occhi. 
Non riconosco il tuo odore, non so che caldo è abbracciarti. 
E sei a 10 metri da me. 
E le tue parole avvelenano ancora la stanza e il mio stomaco.
Siamo due estranee. 
Eppure sono formata da pezzi di te. 
No.
Non sarò mai capace di digerire l'assenza di un Noi.
 

giovedì 1 dicembre 2011

'na favola di donna

La matrigna o regina, stronza. 
La maga, cozza e maldestra.
La principessa, con capelli e occhi da cromie improbabili.
L'orfanella, derelitta e sconsolata, miracolosamente adottata da uno zio spuntato come un finferlo settembrino. 

Sì. Il ruolo della donna nelle fiabe è un tantino stereotipato.