lunedì 30 gennaio 2012

Is that for real?

I tizi che urinano ai bordi della tangenziale alle 8.30 di mattina
Celentano che si piglia 300.000 euro a puntata, a Sanremo
Il Capitano di una nave in affondo che se la squaglia via. Cazzo, manco Capitan Findus
Le 300 calorie racchiuse in una microscopica e chimicissima fetta di torta, dalla macchinetta
La benzina che mi costa più che il medesimo tragitto fatto in taxi
Per questi, un pochino tanto, vorresti tappare orecchie-occhi-bocca.

Poi ci sono loro.
I miei due pezzi di cuore che ancora chiedono "When Chiawa comes back?".
Le coincidenze e le congiunzioni e il destino che si combinano in modo inaspettato
E perfetto
E tutto respira di incredibile e si colora di magenta e turchese e giallo-splendida alba mammamia.
Is that for real? No perchè nel caso, non voglio svegliarmi. 

giovedì 26 gennaio 2012

Esci da questo corpo!

Che uno straccio grigio e vecchio
imbevuto di acqua torbida
strizzato 
spiegacciato 
sfilacciato
messo ad asciugare sotto un termosifone spento,
secondo me è più sano e vitale di me. 
Ti odio raffreddore. 
Tra noi non funziona. 
Non sei tu, sono io.
Hai i numeri, sono io che non li so capire.
Ti amo, ma amo più me stessa.
Lo faccio per te. 
Non voglio farti soffrire.
Insomma. 
Levati dai coglioni*. 

*(francesismo, oui)

lunedì 23 gennaio 2012

Chapter one

Avevo dimenticato,
annebbiata da sbuffi di malinconia e diffidenza e paura e ansia proterva,
di quanto fosse bello
sorprendersi
meravigliarsi
stupirsi
della meraviglia che c'è intorno
Così vicina
così viva
così reale.
Fa quasi male, da tanto che stringe le vene la pancia e il cuore.


21 -1- 12. Palindromo, pure. 

venerdì 20 gennaio 2012

Paure da paura.


Quelle che proprio ti fanno strano. Quelle che ti chiedi “ma che, davvero?!”, quelle improbabilità impensabili. Tipo, non so: Gigi D’Alessio eletto ‘cantante dell’anno’; il Rocco nazionale che annuncia il ritiro in un Monastero Benedettino; lo Psiconano in galera.
Insomma, variabili decisamente assurde.
Ecco, sbirciando qui e là in rete, ho scoperto l’esistenza di fobie quantomeno singolari.
Per non dire al limite della psicosi delirante border-line.
Che poi in un certo senso è un conforto, un po’ come guardare aberranti fiere di mentecatti allo sbaraglio tipo “Uomini e Donne”, “The Club”, e roba così: ti senti immediatamente consolato dalla consapevolezza che le tue sinapsi sono (generalmente) attive e normo- funzionanti, e non connessioni usurate e retroattive immerse in formaldeide e pipì.
Ma insomma, si parlava di paure.

Tra le tante, le più eclatanti:
1. Araquibutirofobia: paura dei gusci di arachidi. Partiamo bene.
2.  Catisofobia: paura di sedersi. Bom, non rompere e stattene in piedi.
3. Cyberfobia: paura dei computer o di lavorare al computer. In effetti, i Virus e i Troyan horses sono minacce quantomeno inquietanti.
4. Dextrofobia: paura degli oggetti alla destra del corpo. Lè. Fottuto anche il ladrone buono.
5. Eurotofobia: paura dei genitali femminili. Tutta colpa di “Denti”.
6. Fobofobia: paura di aver paura. È un meta problema, in effetti. Ma due meno non davano un più?
7. Francofobia: paura di ogni cosa made in France. Obiettivamente, quei mangialumache baguettari inquietano.
8. Genufobia: paura delle ginocchia. La soluzione è una. Eliminarle.
9. Italofobia: paura di ogni cosa riguardante l’Italia. Cazzo. Questa ce l’ho.
10. Lutrafobia: paura delle lontre. Legittima, direi. Puzzano. 
11. Metifobia: paura dell’alcool. È vero. Bar che vai, alcolico che incontri. Non si può mai star tranquilli.
12. Onirogmofobia: paura dei sogni umidi. Questa devo capirla bene, ancora.
13. Partenofobia: paura delle vergini. Ecco spiegato il pullulare di tante vigliacchissime zozzone che regalano a go-go. Generose e magnanime.
14. Patofobia: paura di tutto. Ehssìeh. Nel dubbio, ‘ndo cojo, cojo.
15. Pendofobia: paura degli orologi a pendolo. Fai te. E vogliam parlare dei cucù?
16. Pteronofobia: paura di patire solletico con una piuma. Eh beh. Chi non ha sempre ‘na scorta di penne pronte all’uso?
17. Quetofobia: paura del pelo. Ce l’ho.
18. Quirofobia: paura delle mani. Se sono pigmee, keep away from them.
19. Rabdofobia: paura delle bacchette magiche. Plausibile. Le bacchette magiche e il loro nero potere.
20. Sesquipedalofobia: paura delle parole lunghe. Da supercalifragilistichespiralidoso, è tutto un declino.
21. Spermatofobia: paura del seme. Cocca, se non te magni ‘a pillola e non usi er condom e tte accoppi più dde un coniglio da monta… tte credo che devi avè paura.

E lo show continua…

E tu, che parole sei?

Che ogni tanto nella rete, qualcosa di fresco, nutriente ed appetitoso viene pescato.
 
http://www.youareyourwords.com/

mercoledì 18 gennaio 2012

iColour

Se dovessi pitturare i fotogrammi della mia vita?
Dunque.
Rapporti giornalieri inevitabili con soggetti sociopatici e/o cerebralmente ottusi: marrone.
Sveglia il lunedì mattina: grigio antracite.
Le domeniche pomeriggio autunno- invernali: vaniglia.
Le serate con le sorelle: giallo limone.
Mia madre: grigio topo con venature kaki.   
Il sabato sera, una pizza, un divano, noi: rosso cremisi.
Un gelato al cioccolato, fragola e nocciola: lilla.
Il giorno prima di una partenza: celeste con pois gialli canarino.
Preparare una cena, una torta, dei biscotti: verde smeraldo.
Ridere in modo ridicolo: magenta.
Attendere qualcosa che l’attesa la vale tutta: blu cobalto.
Le sorprese: senape, con striature rosa corallo.
Fermare frammenti con la mia Kid: bianco.
La doccia bollente quando fuori gela: miele.
Scoprirsi felici: una gradazione indefinita che sfuma dal porpora all'indaco, passando per il verde menta e il rosa quarzo. 

lunedì 16 gennaio 2012

Life in a day

Metti un film documentario generato dagli utenti. Il primo Social Movie mai girato, un potente e lucido lungometraggio che raccoglie gli spaccati di vita presi da un giorno qualunque (24 luglio 2010) di utenti YouTube, da ogni angolo del mondo.
Metti questa ora e mezza in una domenica pomeriggio, sotto strati di coperte calde e veli di malinconica pigrizia.
Metti la sensazione crescente e urticante di sentirti piccola, egoista, irriconoscente e maledettamente fortunata.
E hai uno scoppio dentro. Continuo. Incessante.
Lo stomaco nel tritacarne, insieme a pezzetti di cuore sbollentato.
Pelle d'oca ad avvolgere quel macinato fresco e vivo.

Quando si dice emozione nelle vene.

mercoledì 11 gennaio 2012

Accettare.

È la chiave di volta, la combinazione della cassaforte, la molecola che completa la formula.
Accettare che certe cose, sono così.
Punto.
Accettare che in posta avrai sempre almeno sei persone davanti. Sempre. Che tu vada alle 8 di mattina o alle 2 di pomeriggio.
Accettare che il sacchetto di patatine è in realtà un sacchetto d'aria, con qualche chips coreografica.
Accettare che quando sei in ritardo, la tangenziale ha uno scorrimento medio di 30 Km/h.
Accettare che su certi strappi, la pezza proprio non ci sta.
Accettare che la tua ansia proterva di avere tutto sotto controllo, si perde in una bolla di sapone. Quando meno te lo aspetti. E che in fondo, tanto male non è.
Accettare che sistematicamente, se lavi la macchina il giorno dopo piove.
Accettare che tua sorella sarà sempre quella bella, bionda e perfetta. E saprà sempre cucinare meglio.
Accettare che per quanto ti sforzi, appena sveglia non avrai mai un aspetto socialmente gradevole.
Accettare che le cose cambiano. Bella scoperta. Ma puntualizzare l'ovvio a volte serve. 
Accettare.
E l'elenco continua.

mercoledì 4 gennaio 2012

Badababumm

Che il lento, preciso, imperterrito tic tac tic tac tic tac,
guarisce
avvolge nell'oblio
migliora le essenze, come un buon rosso
invecchia
scava solchi di gesso e memoria
matura
cicatrizza, silenzioso e pigro
.
Poi ci sono gli attimi.
I flash.
I battiti di ciglia.
Gli "ooohhhh...".
I crampi allo stomaco.
Le coincidenze.
E la sintomatologia è preoccupante.
si regredisce a uno stadio bimbominchiadolescenziale 
si perdono le coordinate
ci si ritrova stupidamente felici.
Ai rimedi, il bugiardino nemmeno ci arriva.