venerdì 30 marzo 2012

Leccati il dito e volta pagina

Che cambiare, non è mai cosa semplice. 
Già scegliere un'altra pizza sul menù mi crea un subbuglio interiore,
già passare dai cereali pocciosi al frumentone da gallina mi mette in difficoltà.
Cambiare posto di lavoro, ripartire da un punto indefinito, con
l'unica certezza che di certezze non ne avrò nemmeno una,
è un pandemonio. 
Un ingarbugliato, denso, elettrico caos.
Grazie a chi, a cosa, in quest'anno e mezzo mi ha fatta crescere.
Grazie a chi mi ha fatta incazzare e sentire piccola così.
Mi è servito anche quello, un giorno forse riuscirò a capirlo e a perdonar(mi).
Grazie a chi ha lasciato un'impronta su calce.
Grazie a chi piano piano lascerà solo un vago prurito irritante.
Grazie. 
Avere un'opportunità e poterla cogliere è un lusso.
Questa volta tocca a me. 


















(e comunque... che tristezza tutto vuoto dietro.)

lunedì 26 marzo 2012

Ma che, davero?

Io allo stadio.
È un paradosso, un evento che va contro natura.
Un pò come la promiscua e torbida classe politica italiana che inizia a fare propri i principi di legalità, giustizia e uguaglianza.
Un pò come un terrorista camorrista armato fino ai denti che alla domenica va in chiesa.
Un pò come quelli che 'sì cioè la massima espressione di cinematografia è il lavoro dei Vanzina'.
Assurdo. Nun se pò sentì.
E ancora più apocalittico è il fatto che mi sia piaciuto. Lo spettacolo, l'atmosfera, San Siro.
Di questo passo, inizierò a leggere i libri di Sparks e mi ci affezionerò pure.
A.A.A. Soccorso cercasi.

mercoledì 21 marzo 2012

Prima-vera scoglionata.

Tante piccole cose che non sopporto. Che aborro, proprio.
Quelle piccole cose che irritano parecchio,
tipo la sabbia negli slip mentre si esce dall'acqua.
Tra queste si inseriscono a gamba tesa gli spocchiosi presuntuosi,
che con la loro acidità superba mi fanno sentire una blatta.
Io, nella mia inadeguata tranquillità, riesco sempre a sentirmi in difetto,
mai abbastanza,
sempre fuori tempo. 
Uno spartito sbiadito macchiato di caffè e marmellata.

venerdì 16 marzo 2012

Low batteries

Cerchio alla testa da esemplare sbronza epica
gambe avvolte da un turpe intorpidimento
occhi stanchi sfatti segnati
voglia pari a meno uno
energia pari a zero
capacità cognitive momentaneamente non pervenute
.
Mi sento come un tubetto di maionese vuoto.

lunedì 12 marzo 2012

Zuppa di felicità

Un chilo di sorrisi
mezzo etto di paure
un bicchiere di chiacchiere arrotolate
qualche ciuffetto di curiosità
e amore puro spremuto.
Ecco.
Zuppa di gioia,
lei e lui e la loro meraviglia ora grossa come un mandarino.
Zuppa di gioia,
quei due orizzonti color noce,
gonfi di felicità.
Non c'è cosa più immensa del diventare Mamma.

Buongiorno.


mercoledì 7 marzo 2012

Sbavvv sbaavvv

Lasagne trasudanti besciamella. Gramigna con salsiccia grondante di panna. Pizza schiacciata da doppia mozzarella, bufala e provola. Burrosissima Barozzi a mollo in chili di mascarpone. Fragole affogate nella crema chantilly. Tortelloni tracotanti ricotta e spinaci. Coppa gelato con almeno tre tamugnissime giottissime mousse. Crepes salate sfrigolanti di burro e provola.Una tavoletta di morbido e lattosissimo cioccolato.
Sto impazzendo. Fottuta intolleranza.
 

lunedì 5 marzo 2012

Ufff grrrr naaa blaahh.

Che poi mi prendono queste sbrusie di cambiamento.
Mi viene voglia coprire gli insulsi virgulti di lavanda delle ante dell’armadio con spennellate di rosso cremisi, giallo zafferano e arancione zucca fresca.
Mi viene voglia di tagliarmi i capelli. Pentendomene poi la prima volta che li asciugo da sola.
Mi viene voglia di colorarli, quei capelli.
Mi viene voglia di smontare i pensili della lavanderia e ridipingerli. A caso.
Mi viene voglia di comprare lenzuola nere di seta, che fanno tanto Playboy Mansion. E sudore grondante. E poco me.
Mi viene voglia di sfanculare diversi soggetti senza morigeratezza alcuna, piantandola con sorrisi plastici di circostanza e proterva educazione.
Mi viene voglia di andarmene, lasciando deliberatamente telefono, computer, annessi e connessi a casa.
Insofferenza.

Ok, è ora che torni. T’ee capii? Torna.