mercoledì 28 novembre 2012

Un pettirosso in un baco

ci sta stretto. 
Le pareti sono appiccicose e umide, l'aria è densa e torbida
e non si vede un granchè.
Un pettirosso in un baco ci sta stretto.
Il becco picchietta timido e stanco, che i mesi fuori passano e lui si sta perdendo la primavera nelle sere di maggio, gli stecchi di zucchero filato, le balle di fieno di fine estate e la prima neve di dicembre.
Un pettirosso in un baco ci sta stretto.
     

giovedì 15 novembre 2012

Pizzicotto

Sarà l'insicurezza che è parte integrante e peso specifico in me.
Sarà la paura di sentirsi costantemente inadatta e non abbastanza.
Sarà che alle cose belle, ma belle davvero, non si arriva mai davvero preparati.
Sarà questo e quello e quell'altro ancora
ma io, a te che scegli me e solamente me, ancora non riesco a credere. 

venerdì 9 novembre 2012

Who are you?

È il genere di domanda che mi coglie impreparata. Mi iniziano a sudare le mani, le gambe cominciano a ronzare in nervosi semicerchi e la lingua diventa collosa come miele d'acero.
Non so il perchè. Che mica c'ho un background da allibratore in combattimenti clandestini di galli da giustificare.
E ho la fedina penale inamidata. E mi lavo ogni giorno. Ma così è. 

Non saprei da dove cominciare, come continuare, dove terminare. Che un qualcosa di sostanzioso in mezzo, beh, è fondamentale. Che tristezza sarebbero due fette fragranti di pane tostato, una all'inizio e una alla fine, senza nulla dentro? Così, accoppiate senza nulla a unirle? Il ripieno la dice tutta.
-Prosciutto cotto e fontina? Sì, mi chiamo Chiara, ho 27 anni, abito a Fiorano Modenese, mi piacciono i gatti.
-Tonno, maionese e capperi? Ciao, sono Chiara, 27enne ancora senza rughe, facevo la copy e ho smesso, come ti va?
-Cotoletta e maionese (la foglia di insalata sapientemente tolta)? Hey. Chiara. Sì, io. Chiara. Scusa, ma sono impegnata in un vortice di piacere e unto. Ci si sente dopo.
-Mozzarella filante, dadolata di melanzane saltate con pomodorini pachino e basilico, crema di ricotta, noci, aglio e origano?
Detto tra noi, amo leggere, guardare film rigorosamente sotto ad un panno e munita di camomilla bollente, biscotti appena sfornati, e Lui accanto.
Amo cucinare con cura maldestra.
Al posto di una chioma capelluta, ho una chioma di platano. Generalmente ho una paresi facciale congenita che mi porta a sorridere perpetuamente, ma tocco picchi altissimi di saudade immotivata e straziante.
Non fumo, anzi, proprio aborro il fumo, bevo poco e non gioco d'azzardo. Amo scattare fotografie.
Amo ricevere biglietti, messaggi, lettere. Lettere. Vorrei riceverne una. L'emozione di infilare il dito sotto al bordo incollato male, strappare l'apertura, e divorare le parole. Se non provenissero da "Il protomonastero S.Chiara di Assisi che ha bisogno di me, perchè "una sua donazione è importante", sarebbe anche meglio.
Amo quando mi mancano le parole, amo quando ne ho così tante che iniziano ad accavallarsi una sull'altra e a perdersi qui e là, amo il sole quando picchia ma non mi fa sudare come un cammello al Cairo, amo la pioggia quando inizia a battere contro al vetro.
Amo la prima neve che cade giù, nel silenzio ovattato.
Amo le grasse risate, quelle da singhiozzo e naso che pizzica.

Ho questa tendenza incrollabile ad essere sincera, premurosa, a volte pedante. Sono un pò tanto testarda, abbondantemente sensibile, a tratti dispersiva, molto generosa, gigantescamente insicura.
So ascoltare. Dicono. So parlare. Dico.
Sono una morosa che dopo quasi un anno ancora non si convince che Lui ha scelto me. E che forse l'ha fatto con la testa libera dall'alcol e gli occhi aperti. 

Sono una figlia, rapporto in subbuglio gorgogliante. Sono una sorella. Sono una nipote. Sono una cugina. E sono un'amica, di meravigliose persone.
Sono un pò un minestrone di contraddizioni e di pezzi incollati con chewingum. Sono questa qua.


venerdì 2 novembre 2012

Penso

Penso che lavoro troppo vicino a casa, o che abito troppo vicino al lavoro, comunque la si giri. Non faccio in tempo a collegare i neuroni e a buttar giù l'ultimo boccone di mela che è già ora di andare-tornare.
Penso che ho 6 finestre nel mio ufficio. Su un'unica parete. Sulla quale non batte mai il sole. E vederlo schiaffeggiare coi suoi raggi insolenti la casa di fronte, senza averlo mai addosso, neppure di striscio, è un bel pò irritante.
Penso che la mano destra prima o poi si congelerà.
Penso che ogni tanto vorrei avere del tempo per non far nulla, per ascoltare in silenzio i minuti passare, per tenere le mani ferme e il cervello spento e la bocca chiusa.
Penso che c'ho un buco dentro, e ho detto dentro eh.
Penso che sia incredible vedere le strade e i parchi e i mezzi pubblici così puliti in una città dove i litter sono diffusi tanto quanto i peli sotto le ascelle di noi femminucce (anni'90 esclusi).
Penso che vorrei sentire sotto i denti la base sbriciolosa e densa della cheesecake, e sulla lingua e giù per la gola l'avvolgersi e srotolarsi di quelle dolci e burrosissime conferme al lampone.
Penso che vorrei le tette più grandi. Poi ci ripenso, e penso che in fondo con la mia sfrontata 2° ci sto poi bene.
Penso di aver sbagliato un sacco di volte, che se a scegliere al mio posto ci fosse stato uno schizofrenico con fobie paranoidi e deliri da sindrome border-line, forse le cazzate sarebbero state meno.
Penso che se un giorno avrò dei figli, li porterò a fare Trick or Treat ad Halloween. E preparerò insieme a loro goffi e zuccherosissimi dolcetti.
Penso che sia vero che la felicità è reale solo se condivisa.  
Penso che ora penserò un pò a tutto questo.
Poi andrò a fare pipì.
Poi aspetterò sera.
Poi domani. Lui.