lunedì 17 dicembre 2012

13 dicembre 2010. Due anni dopo

Che venirti a trovare lì mi lascia a metà. 
Avrei voluto bere insieme una tazza di tè, quello arancio zucca matura che solo a te veniva così vivo e buono
avrei voluto vedercisi sbriciolare dentro dei biscotti seri, burrosi e morbidi, di quelli che chissà quanti anni erano che non mangiavi
e parlare, parlare e raccontarti, raccontarti e parlare
Chiederti se eri appena stata dalla parrucchiera
Sentirti chiamare la sissy con la voce che solo le nonne hanno
Vederti mescolare il tuo risino in brodo con una verdura qualsiasi a galleggiare borbottante in mezzo
.
Era tutto così lontano e ovattato e sterile invece.
Non riuscivo a parlare con te, davanti a quel muro lucido e gelido dietro quella luce stanca e pallida 
con quei fiori di plastica che non profumavano di primavera o di api a maggio.
Sai che c'è Lui, da quasi un anno ormai?
Ti sarebbe piaciuto tanto. Ne sono sicura. 
Ti sarebbero piaciuti i capelli scuri e quel suo sorriso così disarmante
ti sarebbe piaciuto perchè è alto
ti sarebbe piaciuto perchè ti guarda negli occhi quando parli e ti ascolta, perdendosi solo ogni tanto in un mondo di note e colori suoi
ti sarebbe piaciuto perchè sa fare i rebus e le parole crociate
ti sarebbero piaciuti gli occhi nocciola come foglie ancora umide nelle mattine di autunno
ti sarebbe piaciuto perchè ti avrei detto "io me lo sposerei sai nonna?"
ti sarebbe piaciuto perchè mi avresti vista ridere e tremare e saltare di felicità
ti sarebbe piaciuto perchè non dice mai di no a una fetta di torta o a un piatto di tortelloni
ti sarebbe piaciuto. Lo so.
Avrei voluto presentartelo, avrei voluto vederti sorridere timida e soddisfatta, avrei voluto entrare in cucina e chiederti "come sto nonna??", prima di una cena elegante con Lui.
Mi manca condividere i pezzi più grandi di vita con te
Mi manca l'odore di caffè e cannella 
Mi manca sentirti girare intorno al cortile ogni mattina quando la mia faccia era ancora stropicciata
Mi manchi. 
 

 

mercoledì 5 dicembre 2012

Quando posso, ogni tanto, sogno

Forse, e dico forse, ogni tanto fa bene.
Non troppo spesso né troppo intensamente, che sennò mi ritrovo con le mani piene di nulla e la testa gonfia di troppo.
Ma ogni tanto, tra un inserimento dati e uno starnuto,
tra una telefonata e una pausa pupù,
sogno.
Per dire, in questo momento preciso-presente-qui,
sogno di essere a Casa
la kettle che sbuffa attaccata alla presa,
i vetri della mia cucina country-chic segnati da gocce mai pulite-what's the point if it rains tomorrow?-
nella stanza un profumo di biscotti alla cannella e mandorle,
nel forno una sheperd's pie trasudante ragù-a modo mio.
la chiave della porta di ingresso, bianca con i vetri opachi, gira
e spunta lui, una mano che regge il sacchetto di M&S e l'altra che si agita perchè le chiavi non si staccano dalla toppa.
un abbraccio, facciamo due, anzi di più che il più non è mai abbastanza
poi >play sullo stereo, note calde che si rincorrono lente 
tavola apparecchiata con tovagliette di lino lilla e verde acqua
bicchieri di vetro colorati 
posate nel secchiello di latta.
un piccolo camino acceso, che fuori è inverno 
domani sera andiamo a teatro?
domenica il British ha un'esposizione straordinaria, andiamo?
una sera come tante, in una vita come poche.