Uno non può farci nulla. Accende la tele, compra un giornale, anzi, magari nemmeno lo compra, magari sbircia con la coda dell'occhio quello del vicino in autobus, ascolta la radio, sente pezzi di conversazioni al banco latticini della Coop: e sa che anche oggi il mondo si è sbriciolato un altro po'.
Che siano vittime di catastrofi naturali, bambini che non hanno di che mangiare, assurdi accordi per il nucleare, ecco. Briciole di mondo che se ne va, stanco e ormai rancido. Briciole che fanno male e fanno vergognare e fanno venire voglia di ritirarsi a Rapanui ad allevare farfalle.
È in questi momenti, quindi circa ogni giorno, che cerco di darmi una scrollata, guardarmi allo specchio e ricacciare indietro quella miriade di menate, paranoie e lamenti vari che troppo spesso mi stringono le braccia come un maglione infeltrito.
Perchè sono fortunata, lo so. E mi sento una shit colossale ogni volta che me ne dimentico.
Perchè sono grata
1. Perchè ho da mangiare. Più di quanto me ne occorra davvero. Posso
permettermi il lusso di rifiutarlo quando non mi va, di cambiarlo
con altro quando mi va più altro, di buttare nella
compostiera l'avanzo di gateau e i pezzi filamentosi della
bistecca di manzo
2. Perchè ho una casa sopra alla testa, con i pavimenti, l'acqua
corrente, l'elettricità, il riscaldamento. Le tende, le
stoviglie, i soprammobili e la polvere, il frigorifero e i forni
3. Perchè ho tante cose "mie". Vestiti, scarpe, elastici colorati
per capelli, spazzolino e dentifricio che promettono denti
brillanti e alito perfetto, specchi sagomati, libri, tanti libri,
una scrivania che uso e una che si sobbarca il peso di una serie
inesauribile di roba sconnessa lasciata sopra
4. Perchè quando mi ammalo, mi posso curare. Posso andare dalla
dottoressa, posso comprarmi le medicine che mi servono, posso
andare all'ospedale. Dove tutto è asettico e dove i dottori si
mettono i guanti usa e getta ad ogni nuova visita
5. Perchè ho un lavoro. E per quanto non sia ciò che sognavo e ciò
che vorrei fare per i restanti (almeno) 40 anni di contributi che
mi restano, ce l'ho
6. Perchè vivo in un paesino ai piedi di colline verdi e nebbiose,
pizzicato ogni tanto dai fumi delle ceramiche circostanti. Non
da quelli di centrali nucleari o industrie siderurgiche prossime
ad incidenti disastrosi o sparatorie e bombardamenti aerei.
7. Perchè non ho mai saputo cosa vuol dire davvero, da vicino, sulla
pelle e intorno a me, la parola "guerra"
8. Perchè ho avuto e ho delle possibilità. Tante, tantissime, più
di quelle che forse metà della popolazione mondiale avrà mai in
un'intera vita: ho potuto studiare, ho potuto scegliere cosa e
dove farlo. Posso viaggiare. Posso uscire con gli amici. Posso
lavarmi ogni giorno. Posso togliermi degli sfizi. Posso sognare
di restare o di andare, di cambiare e di migliorare.
9. Perchè so cosa sia il superfluo, il non necessario, il "di più".
10.Perchè ho trovato Quel qualcuno. Che amo più di ogni altra cosa
al mondo.