E non cacciandomi giù per l'esofago volontariamente un bolo di cibo,
nel tentativo di farmi rianimare e poi coccolare. Bella Chuck. Onore a te.
Qui è Un soffocare che ti piglia per le gambe e trascina pigramente il baricentro verso il basso,
Un'umidità diffusa tra collo e coppetto che se prendi una (ma che, davvero ci sono?) botta d'aria, taac!, la mattina dopo sei pronto per "Robocop-il ritorno",
Un bel pile sintetico radioattivo che avvolge la schiena e il sotto-tette sciogliendoli in rivoli di sudore e appiccicume,
Una sensazione di bitumiera piena e gorgogliante piantata sui polmoni, che rende la respirazione tranquilla e piacevole come la coda sull'A1 il 30 di luglio alle 2 di pomeriggio.
Io mi sto consumando qui.
Finirò in dieci cento mille pezzettini viscidi e amorfi prima delle mie infradito vecchie e sgangherate.
Voglio scappare.
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