Credo.
Credo
Nel ringraziare senza ricordare il motivo
Nella stanchezza degli ultimi passi strascicati di chi non ha detto “mi fermo”
Nel “vado…” e nel “torno…”
Nei sorrisi incontrollati che pizzicano il naso e gli occhi
Nelle mani vestite di rughe e pazienza
Nell’uso e non abuso del verbo ‘amore’
Nel lievito, nel sale e nello zucchero
Nello sguardo di chi sa far abbassare il tuo
Nel gusto di una cena preparata per due
Nella candeggina delicata, che tutto torna com’era
Nel confondere lingue, corpi, sudore, voglia
Nel sapere che c’è un TE migliore.
Sì, io credo.
che meraviglia, un Te migliore.
RispondiEliminaun sorriso, buon pomeriggio, J.
Un sorriso, buona serata a te, "J". Anche se...l'interazione con innominatisiglatisconosciuti, può definirsi scambio?
RispondiEliminascusami, hai anche ragione. é che sbaglio sempre a scegliere il profilo per commentare e non volevo scempieggiarti quissù.
RispondiEliminae comunque sì, io lo definirei tale.
o forse solo il gusto di poter essere un po' meno sconosciuti.
Una sigla, una lettera, un acronimo. Sempre mantiene nell'ombra chi lo riveste. E impedisce una comunicazione paritaria...
RispondiEliminaUna lettera, come definizione stessa. Soprannomi e vezzi, chi vuol ben comunicare sa che l'ombra non e' meno importante della luce.
RispondiEliminaMeno importante, no. Meno chiaro, meno interattivo, meno scambio, sì.
RispondiEliminaTu hai un blog come firma, e cosi' io..non e' scambio paritario neanche questo? E non voleva essere pretesa o arroganza, ne' capriccio, facevo un appprezzamento come j che confermo come julia, per te cosa cambia, 'lego'?
RispondiEliminaScusami, chiedo venia. Solo ora mi accorgo del rimando della tua 'J'. Solo ora mi accorgo che era uno stipite di finestra. Aperta. E la vista, (sì, sono entrata nel tuo spazio), aria pura e colline e così tanti 'e'. Piacere, J.
RispondiEliminaPiacere, Lego.
RispondiEliminaE che siano viste, e sfumature per star meno stretti, o onde di parole, scoperte.
un grazie, di mattinata piu' fresca.