Incrocio, scavalco, mi giro e rigiro, mi piego e chiudo gli occhi.
Matrioska da riempire,
e i pezzi che
mancano?
Mi riscopro poi
mi perdo guardandomi
allo specchio, che il riflesso si sa è un rinvio.
E allora si ritorna
a disegnare con le penne cancellabili,
con quell’inchiostro
così pigramente blu
così stancamente nero
così pallidamente rosso.
Colori che si mescolano e
cercano.
Una tela.
E io non sono portata al disegno.
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