Ai diari segreti con il lucchetto (a forma di cuore, of course), scritti con la seilamiamiglioreamicapersemprenontidimenticheròmai.
E ora non sai nemmeno più dove abita, o se ha un figlio, o se lavora in una jeanseria o alla consulenza microsoft, o se.
Se.
Ai pigri pomeriggi passati pigiando ogni tasto del telecomando, con la speranza che comparissero altri canali oltre ai 6 che l'antenna manomessa consentiva.
A te e me, che era così semplicemente noi. Senza proiezioni, senza ossessioni, così, solo noi.
Ai rigoli interi, che le briciole erano per il fondo pacchetto, alla loro rapida e intensa incursione nella tazza di tè, arancione arrossito, all'aroma di cannella e natale, anche il 25 di luglio.
Ai libri. Quelli che ti portavi in bagno occupandolo per mezz'ore intere, quelli che leggevi sotto il lenzuolo con una torcia attaccata alla guancia, che erano le undici di sera e bisognava dormire, quelli che dimenticavi sul comodino quando era ora di partire per le vacanze e così di corsa, gradini a due a due (e gli ultimi tre in un solo balzo), con il fiatone dopo quattro rampe di scale, andavi a riprendere.
A quando le scelte che racchiudevano ansia e agitazione erano tra chi teneva il tabellone rosso e chi lo teneva blu a 'Indovina Chi?', tra il mettere la canottiera, come la mamma ti aveva imposto, o barare tirandosi giù sopra i pantaloni la maglietta, spacciandola per quella che vedevi come 'dai, è da vecchi'.
A quando ancora i ricordi erano due scatole da scarpe nike piene delle foto del campeggio estivo, degli elastici attaccati al tuo fazzolettone, delle lettere su fogli a quadretti scritte dalle amiche del cuore, di fianco alla firma, sempre, una serie di "tttttt" tra la "tv" e la "b".
ah, l'odore del vintage. un pò arachidi caramellate, un pò bottiglie di birra vuote.
Omeostasi da mantenere.
Non so fare il nodo alla cravatta.
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