Quando non si sa cosa dire, saggio sarebbe zipparsi la bocca e pazientare.
È che una pagina bianca non mi piace, non sa di nuovo inizio ora, ma di indefinita mancanza di qualcosa, che cosa poi chissà.
E allora giù a riempire di sillabe e sinapsi, a confondermi e circondarmi e perdermi in parole che cercano una dimensione a colori.
Che il monocromatico è devianza.
Vorrei esser capace di sfornare catene di parole perfette e fragranti come un filoncino caldo,con la crosta dorata e croccante e una mollica fumante e morbida che rivela tutto il suo voluttuoso essere.
Vorrei esser capace di controllarmi frenarmi e non girarmi.
Vorrei vorrei vorrei.
Il genio dev'essere in ferie peró.
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