lunedì 29 agosto 2011

Re-play

There comes a time when you have to stop grieve over the past 
and just move on, for what really worth.
(cit. me)
Ecco.
Impasto parole dal sapore nostalgico e vagamente bohemien, con una punta di acre, strascicato, fervore adolescenziale.  
Un pò prive di originalità, forse. Ma così dense nel loro essere vere, ora.

sabato 20 agosto 2011

Grandma

Aprire il cancello automatico, pigiando indelicatamente e insistentemente su quel telecomando così refrattario.
Entrare, con celata e compiaciuta soddisfazione per aver evitato quella colonna così stretta.
Girare l'angolo, frizione e freno che si rincorrono.
La sentinella di pelo immancabilmente lì ad aspettare.
E sperare, segretamente, stupidamente, ogni giorno, di vederTi.
VederTi, in quei Tuoi scamiciati così scoloriti e rassicuranti, con i capelli a nido di pettirosso scomposto o, quelle due volte al mese, ordinatamente compatti in sbuffetti color noce caramellata.
Immaginare di girare la chiave, tirare il freno a mano, slacciare la cintura, afferrare borsa e suppellettili varie, aprire la portiera con il suo familiare cigolio, scendere dalla macchina e venire abbracciata-coccolata-salutata dal tuo distratto e sorridente "Oh cichiiin, com'è andata oggi?".
Manchi sai.

martedì 16 agosto 2011

I got a question


Che certe, tante, troppe volte, non riesco ad afferrare il nesso logico. 
Rimango un po’ così, perno centrale di un pinco-panco tra attonito e sconforto. 
Mi svuoto le orecchie e la pancia di parole appuntite e velenose, mando giù il deglutibile e sputo l’indigeribile.
Pungiglione tolto, ma infiammazione inevitabile.  

giovedì 11 agosto 2011

Restauro

Ho bisogno del parrucchiere. Ho bisogno che mi cotoni un pò l'ego. 
Una sforbiciata qui, una spruzzata di lacca là, pouff!. Ego in piega. 

martedì 9 agosto 2011

Ai desideri protesi, che scaldano e abbracciano dentro.


Ieri sera. 
Sento sotto le dita un po’ tremolanti e un po’ emozionate, una fagiolina di un chilo e poco più tirare calci e pugni, a rimarcare la sua parte da primadonna tra tutti noi, raccolti e protesi verso quella pancia così perfetta, così rassicurante. 
E mi commuovo. Ok d’accordo, io mi commuovo anche per i documentari di National Geographic, ma tanto è. 
E più guardo la pancia tendersi e sobbalzare ad ogni prepotente capriola, più sento l’atavico e viscerale desiderio di sentirli dentro di me, quei tum!-pow!-bam!, un giorno. 
Un figlio. 
Nella proiezione utopica, lo vedo. Le dita grassocce e umide, coi buchini al posto delle nocche. Lo vedo, i resti della pappa sparpagliati ovunque, tranne che sull’inutile, microscopico bavaglino. Giallo, con un elefantino di ciniglia bianco al centro. Lo vedo, il sorriso tranquillo e soddisfatto di chi ha appena divorato la pastina e lo yogurt, l’occhio furbo e subdolo di chi pianterà una gnola strappa-cuore e strappa-pazienza perché non vuole essere messo a nanna. Lo vedo, così micro e così tutto. Vedo in lui le mie fragilità e la mia impazienza. Il contraddittorio amore per il caos intorno e per uno spazio e un tempo dove stare solo con sé. Vedo in lui la necessità bruciante di essere amato e di amare. Un’insicurezza silenziosa che gli avvolge la pancia. Vedo in lui lo spirito positivo e razionalmente impulsivo, la risata vera e sfrenata. La testarda determinazione, lo sguardo attento. Vedo in lui l’indipendenza e la voglia di andare. Che mi farà male, ma che sperò capirò e sarò in grado di appoggiare senza musi lunghi e senza silenzi.
Un figlio. Un giorno.

domenica 7 agosto 2011

Piss up

Com'è avere un hangover tremendo, di quelli proprio da mugugni gutturali e cantilenanti,
impastati tra lenzuola e vortici da sciroppo antiemetico, 
quando la cosa più vicina ad un alcolico con la quale hai avuto contatto è la boccetta di solvente per le unghie?
Bah.

martedì 2 agosto 2011

Fermo immagine

Aspetto il secondo giro di giostra, quello in cui riesco ad afferrare il senso malato nel girare in tondo e alzare le mani e urlare a tonsille spianate
Aspetto il secondo giro di giostra, come se il primo non mi avesse centrifugato abbastanza lo stomaco e i ventricoli e l'ossigeno buono
Aspetto il secondo giro di giostra, avvolta in un cellophan di lezioni mai masticate davvero mai digerite mai vomitate.
Mi mancano le sfumature. Pausa. Nastro bloccato. Pausa. E non ho la bic. Pausa.